Fuggo la mia notte, la mia notte arriva comunque.
Sfinteri spirituali e vacue promesse sono il pane quotidiano di bocche senza denti.
Sfamarsi non risolverà il problema.
Il problema
come la notte
ritorna, sempre.
La sacra
orrenda fogna
fagocita ancora e ancora,
ha fame dei sogni rimasti
e mangia
e mangia.
Mangia e sogna
sogna e mangia e
non si sazia mai.
Che i sogni son come granelli di zucchero sulla sua acida lingua
e addolcirla è del tutto inutile,
sfilaccia la trama dei sogni
li mastica tanto da sentire quasi il sapore delle nostre lacrime.
E butta giù
butta giù la codardia
delle azioni mancate.
Bocca che mangia
e sogna
e mastica
la libertà della quale ci siamo privati.
Arriverà l’uscita.
Passeremo attraverso strade scoscese
e curve strette.
Sempre più
compressi
aridi
avvinghiati.
Sogni che sono noi.
Noi che siam sogni.
Accecati
alla fine del tunnel.
Abbagliati
dalla potenza di uno sfintere.
di Nadia Caruso
photo: VeroNique Carozzi