C’è un divaricare di arpeggi, nel petto
e il verso del vento tra le foglie muove le ore tutte uguali
sulla coda del giorno.
Nello scarto di luna che illumina le assenze
parole cigolanti, quasi a sentirle, sempre le stesse
stonate
condite di miseria speziata.
Sulla lingua
il confine con la pioggia che bagna guanciali di troppo sonno
e notte.
Volevo esserti minuto bagliore
ingannare il buio
ché si fa piccolo perfino il ricordo.
Tu non parli più
e si ripete ancora
l’inverno
che tenta radici di troppa attesa
la tonica del cuore.
Voglio
che torni
con la candelora
con la neve.
Una certezza di pane,
qualcosa come
un d’intorno
basterebbe.
tra le foglie
un tempo indossato dagli occhi che guardano il mare.
di AnnaMaria Scopa
photo: Rita Bernardi