Eccomi limare il burro sul pane
sfregare le mani vicino al fornello
un gesto riflesso.
Eccoli
– di là dove non sono –
gli incontenibili occhi
che stropicciandoli accendi.
Non li vedo ma li so.
Non ti vedo ed è lungo il giorno
ha ore solitarie in cui torno
randagia
elementare
in cui voglio non parlare,
solo lavorare a far solida la base.
Ore sole
controluce
in cui pigio sui muri sguardi
spremuti di marasche amare
quelle che cullo nella sottana,
la tana
che cova il desiderio.
Sii serio,
prometti
di venire più spesso
a cercarmi,
a mangiarmi,
accerchiami,
cerchiare in rosso
l’errore nei miei “non posso”.
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di Eugenia Nardone
Photo: Paolo Cappennani