Capita la notte mi svegli
e, sveglia, a volte ti avverta.
A un’ora che dici arrivi
siedi alla fine del letto,
mi sfiori la gamba che ci manca.
Non sei grigia,
ma bionda.
Mi prepari la merenda,
disegniamo gli ombrelli
i tuoi sono più belli.
Siedi sulla panca bianca
e io sono la bimba che ti scappa
tra le spighe,
che scrive fuori dalle righe
che non vuole dormire.
Ero la bimba scalza.
Sulla ghiaia calda ero scalza.
Anche adesso
nelle scarpe
sono scalza.
Anche ora è come prima.
Un lieve dolore per un poco di sole.
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di Eugenia Nardone
photo: Maria Geraldes