Parto col dire che la luce non è qui;
è, come dire, nascosta
il respiro è terso
la testa pesante
la penna blu, elegante, dipinge sul foglio
nell’alba di una fioca luce
dipinta dal limbo immemore
del tuo ricordo.
Elegante, fine, il raggio oscuro s’infiltra
l’occhio si richiude
e dimentico il motivo per cui sono qui.
Ho visto le tue carnose labbra fremere
i tuoi occhi, sempiterni specchi di foresta,
gemere sorridendo,
i tuoi capelli ramati ciondolare
sulla tua testa irriverente
timida.
Indiscreta.
Di abbracci non s’è parlato.
Se non in un timido raccolto compiuto
dal pensiero all’alba di questa uggiosa
giornata.
Sono tornato a casa,
mogio.
Morto.
Il mio respiro dice che sono qui
senza luce apparente,
e se un brivido percorre le mie guance
punte dalla barba
è per sentire le tue impossibili labbra
sbatterci contro.
Instagram vik_boh
di Vincenzo Di Giorgio
photo: Ketty D’Amico