Caduto, si è buttato,
sulla strada l’uccellino
ha pigolato piano,
nel tuo piccolo palmo
che è più piccolo di lui
ha mosso poco il becco
e tu hai pianto
e hai singhiozzato
quando il passero ha tremato.
C’ho provato, sperato,
che non fosse investito
e abbiamo sussultato
quando l’auto l’ha sfiorato,
vidi nei tuoi occhi
la speranza di una bimba
ancora ignara
della vera guerra
e questo mi diede una spinta.
L’ho trovato, mi son lanciato,
ho fatto appena in tempo e te l’ho dato,
ora è qui che piange
come te
indietreggiando un po’ nel tempo,
ora so che cuore è il tuo
mentre egli torna uovo,
per lo spavento.
Ma lacrime che lacrime,
le tue che lacrime,
le ho viste,
erano tenere e impreviste,
cadevano a gocce sulle tue guance
come la pioggia sulle finestre.
di Giuseppe Liccardo
photo di Ketty D’Amico