Il mio immaginare mi assuefà
in scontro sempre con il reale.
Si rompe il ghiaccio,
divide,
in acqua si accorpa:
più forte, ma fragile.
La freddezza delle circostanze indurisce
e sembra rimanere,
la cura dell’indifferenza diventa punteruolo,
incide, perfora e rompe.
La domanda è:
quale intenzione muove l’incisione?
La migliore forma sarebbe l’aria:
evaporare,
l’adattamento alle difficoltà,
nessuna crepa, nessun peso,
solo leggeri fumi d’assuefazione.
Si spera in un’aria carica di curiosità e di voglia di fare.
Un’assuefazione che non sia crepa,
un’assuefazione che sia vera.
di Maria D’Urzo
tratta da La corona del girasole, Chance Edizioni, maggio 2018