Come i nastri delle ballerine
sono le luci costiere
in mezzo al mare,
di spirali i loro ondeggi al
nero espresso dell’immenso
danno gli ultimi segnali
della civiltà, e qui penso:
lì c’è una strada, c’è attività,
ci sono donne che tengono per mano
i bambini, nelle ultime ore
della loro veglia,
lì c’è il vento che attraversa le strade
e le lampare, l’odore che ci impregna
del mare, così ospitale,
qui l’albero tiene spazio a
chi vuole immamorarsi dell’orizzonte
e come un collo di giraffa
può sollevare in noi le nostre gioie
per scoperte nuove,
assorgiamoci.
Tutta la notte l’arancio del porto
vibra dentro i laghi, e il silenzio regna
tra uno scroscio e un gorgoglio
nel mentre naviga le eterne acque
del proprio io, qui sentenzia
l’importanza tattile
dell’esistenza.
E si medita, ci si pongono domande,
ci si chiede da dove vengano
i tuoi disegni, da dove i sentimenti
che immetti nei fogli, fino a
ciò che ispira i cigni,
ci si nutre di sguardi e consapevolezze,
che planano come libellule
colorate, e irradiano
la nebbia opaca
delle mete.
di Giuseppe Liccardo
photo di Maria Geraldes